Archivio | febbraio, 2012

Uno, precisamente, due

13 Feb

hai i capelli sapor acquazzone d’estate,
che si muovono come onde,
nel disordine degli schiaffi del vento.
Hai la schiena come un canneto,
piegata appena dalla nostra troppa vita.
Hai le mani curate, precise, docili.
Hai i seni che spingono fuori tutta la vita che possono.
Hai le gambe belle, di chi cammina tanto.

Allora ho deciso di dirti,
che mi sono innamorato subito dei tuoi difetti,
del nero dei tuoi occhi e delle tue mani a violino.
mi sono innamorato del tuo abbracciarmi,
che stringi il bisogno di amare,
mescolandolo con il bisogno di vivere.

pagherei per sapere cosa diventeremo.
pagherei tutti i soldi che ho, e quelli che ho speso per assomigliare alla voglia di finire tutto di Hemingway.
ma so che saranno lunghe domeniche insieme
ad ascoltarci il respiro,
saranno lunghe serate e notti troppo corte.

saranno talmente tanti i passi,
da consumare tutte le tue scarpe.

saremo momenti felici, saremo lacrime salate.
siamo stati la gioia di ballare tutta una notte,
siamo stati il silenzio prima della tempesta.
Siamo stati rabbia, cieca e violenta.
Parole come sassi,
Silenzi come pietre

cosi’ mi piacerebbe solo sognare questo,
Sapere che nemmeno nel più brutto dei sogni,
Tu possa davvero tradire queste parole.

Tu sei, piano,
Tutti i giorni della mia settimana.
Tu sei mattino, nel caldo del letto,
Schiacciata sui cuscini.
Tu sei il pomeriggio,
Nel silenzio dopo il pranzo quando nulla si muove.
Tu sei le notti, d’estate, nel caldo delle finestre aperte sulla strada deserta.

Io sono una domanda, un problema, qualche volta una soluzione.
sono il traffico del tuo cuore,
L’ingorgo in cui hai deciso di perderti ogni mattina.

Io sono la voglia di smettere di cercare ragioni,
Il disincanto di un sorriso senza malizia.

Sono molte cose, sono molti giorni, sono molti tempi, molti modi, molti respiri.

Sono, semplicemente, l’unico ad amarti così tanto da darti tutta la vita.
Sono io.
Sono qui.
Adesso

Radicali cambiamenti

5 Feb

Ho smesso di aspettare.
Ho aspettato di smettere.

Nello smettere di aspettare,
Ho iniziato a pregare.

Nell’iniziare a pregare,
Ho respirato la fine.

Nel finire di respirare,
Ho chiuso con il viaggiare.

Nel viaggiare per non chiudere,
Ho sperato di non smettere.

Non smetto di sperare,
Nel viaggiare d’inverno.

Troppi inizi, poche fini.
Troppi giudizi, pochi inizi.

Delle fini ricordo i saluti.

Viaggiando scappi dalle fini,
E finisce che inizi a sperare.