Niente sopravvive al weekend,
come le luci che si accendono sul tuo corpo.
Sdraiata, nuda, per me,
che dici che sono innocuo.
Adori raccontarti questa bugia,
come adori sentire la mia voce,
che cambia tono quando l’immagine
di quel corpo perfetto, si accende come luci nella sera.
Dio mi ha combinato molti casini,
non avrebbe potuto farmene uno migliore.
Facendo il tuo sorriso,
ha deciso di illuminare il cielo e lasciare
morbide labbra da mordere all’angolo,
per lasciarmi dire, senza parlare,
che l’amore sconfina nel desiderio.
Poi ha fatto la tua schiena,
per dare modo agli uomini di perdersi,
sconfinando sul collo.
Vorrei essere l’unico a conoscerne
la via d’uscita.
Che porta dritta al mare che Dio ha fatto,
nella tua pancia, appena sopra la perdizione scontata del tuo profumo,
per farmi decidere di restare, fermarmi, appoggiarmi, in silenzio.
Poi ha pianto, Dio, disegnando i tuoi occhi,
che raccontano storie e fanno domande,
ha voluto farne due così,
per poi non farne più.
L’unica cosa che ho chiesto a Dio,
dammi il suo sospiro,
miagola, con la voce spezzata,
dammelo tra le mani,
mentre appoggiato,
nudo,
deciderò di restare lì.
Giocando col le dita,
disegnando il contorno del mio desiderio,
senza fare il peccato di disturbarlo,
prendendone il piacere,
aspettando di berne la fine,
tenendo tra le mani due gambe tremanti,
ascoltando un miagolio rotto dal respiro.
Dammi questo, Dio.
In fondo lo hai fatto per me.
Non sono cose che si chiedono a Dio,
mi ha risposto.
Sarò un uomo migliore,
forse,
dopo averla presa di spalle,
mangiandone le orecchie,
accarezzandone il desiderio,
leccandone la fine,
rompendo il confine tra pensieri, progetti e parole,
facendolo piano, per poterlo ricordare per sempre,
di un lento movimento, tipico delle barche appoggiate sul mare.
Beccheggiando, senza mai togliere gli occhi dai suoi,
esplodendole sulla pancia,
per poi tornarci,
sfinito, sfumato, pieno,
ad appoggiarmi.
Non sarò un uomo migliore,
ma sono perfetto per questo.
Innocuo,
dice.
Col cazzo,
dirà,
sfinita.
Felice.
Finalmente.
Se solo,
se,
solo.
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